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Caro amico, forse ti sarà capitato di leggere qualche libro di Thich Nhat Hanh, uno qualsiasi dei tanti che da anni vengono pubblicati in Italia e in tutto il mondo e, come è successo a molte persone, hai avuto anche tu la sensazione che Thay (lo chiamiamo così, significa maestro) fosse riuscito non solo a dare voce a quelle aspirazioni più profonde, che forse ti accompagnavano confusamente da molto tempo, ma anche ad indicare una via e dei mezzi adeguati perché tu potessi realizzarle.
Spesso una sensazione sottile di disagio e di insoddisfazione ci accompagna anche quando apparentemente va tutto bene, un bisogno di ricercare una felicità, un appagamento che non troviamo nella vita quotidiana e che talvolta crediamo dipenda dal raggiungimento dei nostri obiettivi. Sperimentiamo ogni volta che la felicità non è a portata di mano, ma è sempre un po’ più in là, nello spazio o nel tempo. Poi le parole semplici di Thay hanno aperto un varco: ‘Ah, ecco! È vero che corro sempre e non mi accorgo nemmeno del sorriso delle persone che amo. È vero che non faccio caso a tanti momenti positivi della mia vita, e sono la maggior parte, tutto teso a raggiungere un obiettivo, una meta, uno scopo!’. È come se fossimo spettatori della nostra vita, che intanto scorre inesorabilmente.
Thay ci indica un modo nuovo di vivere, un modo che ha la pienezza e la dignità cui profondamente aspiriamo e ci offre gli strumenti per riuscirci. Così la meditazione insegnata 2500 anni fa dal Buddha non appare più qualcosa di esotico che non riguarda noi Occidentali del 21° secolo, ma qualcosa che sentiamo molto vicina alla nostra vita.
Cosa significa meditare? Le prime volte che ci sediamo su un cuscino ci sentiamo un po’ buffi, un po’ strani. Ma se proviamo a dedicare anche pochi minuti della nostra giornata a questa pratica, cominciamo a vedere che qualcosa cambia. Il cambiamento sarà forse appena percepibile, ma è presente subito. Quando finalmente ci fermiamo qualcosa in noi si allenta e si crea uno spazio nuovo, una nuova prospettiva con cui guardare dentro di noi e fuori di noi. Cominciamo a intravedere una reale possibilità di cambiamento della nostra vita dominata dalle abitudini e dagli automatismi. Prendendo consapevolezza che il nostro modo di agire è spesso dettato delle emozioni del momento, il respiro si allarga, gli occhi si alzano a vedere nuovi spazi.
C’è una pienezza, una preziosità nella vita che non riusciamo a cogliere finché viviamo nel mondo ristretto delle preoccupazioni mondane, nel mondo dei risentimenti e dei rimpianti, della sofferenza di cui nemmeno ci rendiamo conto e che ci governa.
Thay è un poeta in grado di rivelarci la poesia del quotidiano, la meraviglia di tutto quello che diamo per scontato che è la nostra vita di tutti i giorni. E la meraviglia e lo spazio diventano sempre più grandi quando, prendendo consapevolezza delle nostre emozioni, guardandole in profondità, sperimentiamo che non dobbiamo lottare per dominarle, cancellarle, reprimerle: se rimaniamo stabili a osservarle, diventano nuvole che passano, sopra le quali il cielo azzurro c’è sempre.
In effetti, quando non siamo governati dalle nostre emozioni, entriamo in contatto con la realtà così com’è e il nostro agire diventa adeguato, perché non è più il risultato delle nostre preferenze, delle nostre avversioni o delle nostre percezioni, ma è semplicemente quello che occorre fare, o non fare, in quel momento.
Puoi cominciare subito a percorrere questo cammino verso una vita risvegliata, praticando dei semplici esercizi durante la meditazione seduta o quando, durante la giornata vuoi tornare in contatto con te stesso.
Inspirando, so che sto inspirando.
Espirando, so che sto espirando.
La consapevolezza del respiro è uno strumento semplice che puoi utilizzare in ogni momento e che ti fa tornare subito nel qui e ora. Mentre inspiri, dici ‘inspiro’: mentre espiri, dici ‘espiro’.
Inspirando, mi vedo come un fiore.
Espirando, mi sento fresco.
Questo esercizio ti mette in contatto con le meraviglie della vita – non sono belli anche i fiori più umili? – e la prima meraviglia sei tu, è il tuo essere così come sei in questa vita.
Inspirando, mi vedo come una montagna.
Espirando, mi sento stabile.
Quando senti che un’emozione forte ti sta portando a fare o a dire cose che danneggiano te e gli altri, con questo esercizio puoi tornare in uno stato d’animo di calma, puoi fermarti e aspettare che la tempesta passi (e passa sempre), prima di agire.
Inspirando, mi vedo come acqua calma.
Espirando, rifletto quello che c’è
Cosa c’è veramente in un certo momento? Se la mente diventa come quegli specchi d’acqua di montagna in cui il panorama intorno si riflette perfettamente, sappiamo trovare il gesto o la parola o il silenzio giusti.
Inspirando, mi vedo come spazio.
Espirando, mi sento libero.
Questo esercizio può essere il riconoscimento di uno stato d’animo che siamo riusciti a raggiungere, certo non per sempre, ma sicuramente sempre piò spesso e che ci incoraggia a proseguire nel cammino spirituale, con pazienza e determinazione.